Il negligente, Torino, Avondo e Baino, 1757

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 LISAURA e DORINDO
 
 LISAURA
 Sì, mio caro Dorindo, eccovi il foglio.
980Il padre, che di me non ha sospetto,
 ieri l’ha sottoscritto e non l’ha letto.
 DORINDO
 Oh quanto di ciò godo! (Prende il foglio)
 Vedrete oggi, mia cara,
 quant’opportuno a noi sia questo foglio.
985E vedrà ser Imbroglio
 e ser Cornelio e il conte, ch’è un bagiano,
 che la biscia ha beccato il ciarlatano.
 LISAURA
 Ma quando sarà il giorno
 che potrò, senza tema,
990dir: «Dorindo sei mio»?
 DORINDO
 Nulla di più desio.
 Oggi, se mi seconda amica sorte,
 spero di divenire a voi consorte.
 LISAURA
 Lo voglia il ciel.
 DORINDO
                               Vedrete
995qual sia l’affetto mio.
 Oggi si rivedrem, Lisaura, addio.
 
    Se temo, se spero
 ancora non so,
 so ben che il pensiero
1000che il caro mio bene
 mi creda infedele
 mi porta a penar.
 
    Su questo martire
 riposo non ho,
1005mi sento languire,
 mi sento mancar.
 
 SCENA II
 
 LISAURA, poi AURELIA
 
 LISAURA
 Amor non dà mai pace,
 quand’un’alma dovrebbe esser contenta
 timore e gelosia l’alma tormenta.
 AURELIA
1010O signora Lisaura, le son serva.
 Ella è sempre più bella e più vezzosa,
 quando mai si fa sposa?
 LISAURA
 Ch’io sia sposa o fanciulla,
 quest’è un affar che a voi non preme nulla.
 AURELIA
1015Anzi mi preme assai;
 anzi sempre bramai
 che il ciel secondo e amico
 fosse al suo cor. (Non me n’importa un fico).
 LISAURA
 Ed io bramai di core,
1020per non dirvi bugia,
 che voi di questa casa andaste via.
 AURELIA
 Grazie alla sua bontà. V’andrò ma forse
 bramerà il mio ritorno
 e si ricorderà d’Aurelia un giorno.
 LISAURA
1025È difficile molto.
 AURELIA
                                  Oh già si sa
 che una dama di rango non si degna
 rammentarsi di me vile ed abbietta.
 LISAURA
 Siete, Aurelia mia cara, una fraschetta.
 
    Quando sarà che amore
1030renda la pace al cuore
 quanto finor penai,
 tanto respirerò.
 
 SCENA III
 
 AURELIA, poi CORNELIO
 
 AURELIA
 Vedrà, vedrà la stolta
 quale sarà del simular l’effetto.
 CORNELIO
1035Aurelia, ecco in un foglio
 assicurata alfin la nostra sorte.
 AURELIA
 Adorato consorte,
 voi mi date la vita.
 CORNELIO
                                     Abbiam buscato
 trentamila ducati e siamo in tre,
1040diecimila de’ quai toccano a me.
 AURELIA
 Ora, se a me non riesce
 di carpirli la dote,
 poco v’importerà.
 CORNELIO
                                   Nulla mi preme;
 i diecimila li godremo insieme.
 AURELIA
1045(Buon per me, Filiberto
 ora meco è sdegnato).
 CORNELIO
                                           Che ne dite,
 son io di buona testa?
 AURELIA
                                           Ma il denaro
 l’avete ancora avuto?
 CORNELIO
 No, ma son qui venuto
1050per farmelo contare.
 AURELIA
 Fra tanto ci potressimo sposare.
 CORNELIO
 Ciò si fa facilmente. Ecco la mano.
 AURELIA
 Accetto il dolce invito.
 Tua consorte son io.
 CORNELIO
                                       Son tuo marito.
 
1055   Veduto in lontananza
 il bel che m’innamora
 ero contento allora
 vicino all’idol mio,
 che bel piacere oh dio!
1060Mi balza il cor nel sen.
 
 SCENA IV
 
 CORNELIO, poi FILIBERTO
 
 CORNELIO
 Ecco il buon Filiberto.
 FILIBERTO
 Amico, vi son schiavo.
 CORNELIO
 Vo’ che mi dite bravo.
 Fatt’ho l’aggiustamento;
1065tutto tutto è finito.
 FILIBERTO
                                     Oh che contento!
 CORNELIO
 Volete udir gli articoli ed i patti?
 FILIBERTO
 Oibò.
 CORNELIO
              Legger volete
 la forma del contratto?
 FILIBERTO
                                            Oibò.
 CORNELIO
                                                         V’intendo,
 volete solamente
1070il denaro contare.
 FILIBERTO
                                   Oibò.
 CORNELIO
                                                Ma questo,
 signore, tocca a voi.
 FILIBERTO
 Eh lo faremo poi.
 CORNELIO
 Se oggi non lo pagate,
 rotto è il contratto e in lite ritornate.
 FILIBERTO
1075Oggi si pagherà.
 CORNELIO
                                 Saper volete
 la somma?
 FILIBERTO
                       Oibò.
 CORNELIO
                                    Ma come si farà?
 FILIBERTO
 Oggi venite, che si pagherà.
 CORNELIO
 Oggi dunque verrò da voi col conte.
 Fate che le monete sieno pronte. (Parte)
 
 SCENA V
 
 FILIBERTO solo
 
 FILIBERTO
1080Articoli, contratti,
 legger scritture e patti,
 oh che cosa noiosa; palazzisti,
 avvocati, notari,
 che vocaboli amari! Oh benedetta
1085la vita negligente;
 oh che gran bella cosa è il non far niente.
 
    Io non voglio affanni al core
 e non voglio faticare,
 non vo’ perdere il cervello,
1090poverello
 lo vo’ sempre conservar.
 
    Questo mi vuol parlare,
 quello mi vuol seccare,
 il cervello quando è torto
1095per nessuno servirà.
 
 SCENA VI
 
 PASQUINO, poi PORPORINA
 
 PASQUINO
 (Oh quanto mi dispiace
 avermi disgustata Porporina).
 PORPORINA
 (Oh povera meschina!
 Or son senza marito).
 PASQUINO
1100D’averla abbandonata io son pentito.
 PORPORINA
 (Eccolo. Traditore,
 con Aurelia attaccarsi!)
 PASQUINO
 (È qui. Crudel, lasciarsi
 far giù da quel zerbino!)
 PORPORINA
1105(Oh me infelice!)
 PASQUINO
                                   (Oh povero Pasquino!)
 PORPORINA
 (Far la pace vorrei ma non conviene
 che la prima io sia).
 PASQUINO
 (Mi vien la fantasia
 di chiamarla ma temo un qualche oltraggio).
 PORPORINA
1110(Porporina fa’ cor).
 PASQUINO
                                      (Pasquin coraggio).
 PORPORINA
 Serva.
 PASQUINO
               La riverisco.
 PORPORINA
 Compatisca, signor. (Gli passa dinanzi)
 PASQUINO
                                        La compatisco.
 Dove, dove padrona?
 PORPORINA
 Dove mi guida il piè.
 PASQUINO
1115È in collera con me?
 PORPORINA
 Parmi averne ragione.
 PASQUINO
 Io ho più ragione di lei.
 PORPORINA
 Lei badi a’ fatti suoi, ch’io bado ai miei.
 PASQUINO
 Bella cosa da vero;
1120lasciar per un amante il suo marito!
 PORPORINA
 Veramente polito!
 Trovarsi un’amorosa
 e abbandonar così la propria sposa.
 PASQUINO
 L’ho fatto per vendetta.
 PORPORINA
1125Ed io per far servizio alla padrona.
 PASQUINO
 Con Aurelia scherzai, credilo a me.
 PORPORINA
 Giuro ch’io non amai altri che te.
 PASQUINO
 Dunque tu mi vuoi ben?
 PORPORINA
                                                Purtroppo, ingrato.
 PASQUINO
 Ed io son di te sola innamorato.
 PORPORINA
1130Peraltro ti ho sentito...
 PASQUINO
 Ti ho veduta frattanto...
 PORPORINA
 Mi hai fatto sospirare.
 PASQUINO
                                           Ho tanto pianto!
 PORPORINA
 Bricon, così tradirmi?
 PASQUINO
 Via, facciamo la pace.
 PORPORINA
1135Signor no, signor no.
 PASQUINO
 Signorsì, signorsì.
 PORPORINA
 Come la vogliam far?
 PASQUINO
                                          Facciam così. (S’abbracciano)
 
    Vita mia, mio bel tesoro,
 per te smanio e per te moro.
 
 PORPORINA
 
1140Idol mio, mio dolce amore,
 per te in sen mi brucia il core.
 
 PASQUINO
 
 Fammi un vezzo.
 
 PORPORINA
 
                                  Io non ne so.
 Fallo tu.
 
 PASQUINO
 
                  T’insegnerò.
 
    Cara, cara.
 
 PORPORINA
 
                          Bello, bello.
 
 A DUE
 
1145Ahi che amor con un martello
 mi fracassa in petto il cor.
 
 SCENA VII
 
 FILIBERTO, CORNELIO, LISAURA, AURELIA, uno che figura il CONTE
 
 FILIBERTO
 No no, madama Aurelia,
 se tornate a svenir, sarà tutt’uno.
 AURELIA
 Possibile, signor...
 FILIBERTO
                                    S’anco vi vedo
1150colla spuma alla bocca, io non vi credo.
 CORNELIO
 Via, signor Filiberto,
 spicciate il signor conte.
 FILIBERTO
 Quanto dice il contratto?
 CORNELIO
 Trentamila ducati.
 FILIBERTO
                                     Eh siete matto?
 CORNELIO
1155Tal è l’aggiustamento
 sottoscritto da voi.
 FILIBERTO
                                    Come!
 LISAURA
                                                   Che sento!
 CORNELIO
 Convien pagare o da una nuova lite
 sarete travagliato.
 FILIBERTO
 Io sono assassinato.
1160Son mandato in malora.
 Ecco lo scrigno colle chiavi ancora.
 
 SCENA ULTIMA
 
 DORINDO, PORPORINA e PASQUINO che restano in disparte
 
 DORINDO
 Fermatevi signor, che nulla tiene
 quel vostro bel contratto;
 ai quanti è stipulato?
 CORNELIO
1165Stamane fu firmato.
 DORINDO
 Questo è del dì di ieri.
 CORNELIO
                                            E che contiene?
 DORINDO
 Un’ampla donazione
 che fa di tutto il suo
 Filiberto alla figlia.
1170Quest’istromento il dì di ieri è fatto,
 onde non val di questo dì il contratto.
 CORNELIO
 La lite tornerà...
 DORINDO
                                Non ho paura,
 so ch’ella è un’impostura;
 signor, siete ingannato, (A Filiberto)
1175Cornelio e ser Imbroglio v’han gabato.
 FILIBERTO
 Che siate benedetto, e qual mercede
 posso darvi signor?
 DORINDO
                                      Di vostra figlia
 a me basta la mano e voi sarete
 padron del vostro, sino che vivete.
 FILIBERTO
1180Io son contento.
 LISAURA
                                Ed io felice sono.
 DORINDO
 Donatemi la destra, il cor vi dono.
 FILIBERTO
 Aurelia, andate tosto
 fuori di casa mia.
 AURELIA
                                   Poco m’importa;
 di già son maritata.
 CORNELIO
                                       V’ingannate,
1185se la roba non v’è più non vi voglio.
 Non val l’obbligazione.
 AURELIA
 Voi mi sposaste senza condizione;
 voglia o non voglia, alfin vostra son io.
 CORNELIO
 Ho fatto un bel guadagno da par mio.
 FILIBERTO
1190Se speraste goder soffrite il danno,
 sopra l’inganator cade l’inganno.
 PORPORINA
 Pietà, signor padron.
 PASQUINO
                                         Misericordia.
 FILIBERTO
 Siete qui, disgraziati?
 Ancor per questa volta
1195vi sieno i vostri falli perdonati.
 CORO
 
    Chi lieto giubila,
 chi tristo geme,
 chi piange e freme,
 chi lieto sta.
 
1200   Dolente è il core
 del traditore
 ma l’innocente
 godendo va.
 
 Fine del drama